Avocado siciliano: come è arrivato in Sicilia
Una delle domande che ci siamo posti nell’arco di questi anni è come sia arrivato l’avocado in Sicilia.
Facendo una ricerca storica e parlando con diversi contadini e produttori ci siamo resi conto che ci sono esemplari di 50/60 anni nella zona tirrenica siciliana. Questi esemplari di avocado sono stati importati da emigranti che vivevano in Sud America e piantati da seme.
Uno dei maggiori esperti in materia di frutti tropicali in Sicilia è l’agronomo Felice Genovese di Barcellona Pozzo di Gotto. Sin dagli anni ’70 il nostro agronomo è andato a visionare in Sud America diverse piantagioni di frutti tropicali vedendo con i propri occhi i metodi di coltivazione con il suo mentore dr. Francesco Monastra.
In Sicilia, precisamente a Milazzo, esiste uno dei vivai più importanti al mondo di frutti tropicali dell’esperto dr. Natale Torre.
Le maggiori attività si incentrano nel campo della selezione di specie fruttifere esotiche acclimatabili e coltivabili nell’area mediterranea (mango, avocado, annona, litchi ecc.), come anche di piante rare e insolite, ornamentali, officinali e utili da clima tropicale o subtropicale.
Un grande impegno che viene diretto anche alla salvaguardia della biodiversità e alla conservazione delle specie autoctone e delle varietà locali, con particolare attenzione rivolta alla prevenzione della diffusione di specie invasive.
Altra cosa da tenere presente: le piante di avocado siciliano nate da seme in casa impiegano anche 10 anni prima di fruttificare, naturalmente solo nelle zone a clima sufficientemente mite. Per abbreviare l’entrata in produzione a 3-4 anni, si può tentare la strada dell’innesto, che però non è un’operazione semplice, anche perché esistono alcune varietà pronte per l’innesto in febbraio, altre in marzo, altre ancora in aprile. Si effettua l’innesto a taglio obliquo, che però difficilmente attecchisce anche se operato da professionisti.
Gli ecotipi di avocado
Gli ecotipi dell’avocado originari sono tre: messicano, guatemalteco e antillano, dalle tre terre d’origine.
La tipologia messicana ha germogli e foglie verdi, frutti quasi neri e profumati di anice; dà frutti più piccoli (170 g) ed è quella che resiste di più al freddo (anche –5 °C per le piante adulte), ma non alla salinità del suolo. Comprende le varietà Bacon (B), Fuerte (B), Shepard (B) e Zutano (B).
La guatemalteca ha germogli, foglie e frutti violacei, inodori; proviene dagli altipiani del Guatemala e resiste mediamente al freddo (fino a 0 °C); produce frutti di medie dimensioni (250 g). Si coltivano le varietà Gwen (A), Hass (A), Nabal (B) e Reed (A).
L’antillana ha germogli, foglie e frutti verdi, inodori; non resiste assolutamente a temperature inferiori a 5 °C, ma tollera molto bene aria e suoli salmastri; dà frutti molto grossi (400 g).
Fra gli ibridi di avocado, non riconducibili a un ecotipo iniziale, ci sono Ettinger (B), ibrido messicano-guatemalteco; Pinkerton (A), Stewart (A), Holiday (A), Opal (A), Joey (B).
Per l’Italia si consigliano le varietà Hass (A) e Fuerte (B).
Come si coltiva l’avocado siciliano in giardino e in vaso
In giardino
Delle esigenze climatiche dell’avocado siciliano si è già parlato più sopra. La posizione deve essere quindi riparata dal vento e ben soleggiata.
Il terreno deve essere leggero, sciolto, fertile, fresco e con pH neutro. Non si adatta a terreni pesanti, argillosi, non drenati o acidi. È una pianta che ha bisogno di spazio (almeno 5 x 5 m).
Per i primi 8 anni di vita necessita di irrigazione continua durante tutta la bella stagione: il terreno deve rimanere sempre leggermente umido, sebbene ben drenato (senza ristagni).
La potatura va eseguita nei primi anni (potatura di formazione) in primavera, per ottenere 2-3 ramificazioni per ogni palco. In seguito è preferibile non toccare più l’albero, se non per sfoltire la vegetazione: l’avocado fatica a rimarginare i tagli.
L’unica avversità è la peronospora (Phytophthora cinnamomi), che colpisce il colletto e poi le radici di piante poste su un terreno con ristagno idrico e/o eccessivamente concimata con azoto.
In vaso
Per ottenere una nuova pianta di avocado siciliano da seme, procedete così: ponete il nocciolo, con l’apice verso l’alto, in sospensione su un bicchiere (infilzandolo appena con tre stuzzicadenti appoggiati sul bordo) in modo che solo il fondo sia a contatto con l’acqua. Nell’arco di un mese circa il guscio si aprirà e fuoriuscirà una radichetta. Lasciate irrobustire la radice, per un altro mese, poi ponete la piantina in un vasetto di almeno 20 cm di diametro, con un tutore alto 1 m, con terriccio per acidofile, torba, terra da giardino e sabbia in parti uguali. Tenete il substrato sempre leggermente umido.
La coltivazione in vaso in Italia porta a piante di bell’aspetto (purché il vaso sia di medio-grandi dimensioni, poiché l’apparato radicale è espanso) ma che non fruttificano. La pianta di avocado siciliano va mantenuta in posizione riparata dai venti, irrigata regolarmente e riparata in ambienti luminosi con temperatura intorno ai 15-18 °C durante l’inverno. Non va potata. Da metà marzo a metà settembre concimatela con un prodotto a base di azoto per i primi due anni (es. per piante verdi), a base di potassio dal terzo anno in poi (es. per pomodori). In estate spostate il vaso all’esterno. In aprile ogni anno rinvasate in un vaso di due misure in più, sostituendo anche il tutore per i primi 6 anni.
Ottenere frutti da una pianta di avocado è piuttosto complicato.
Naturalmente, per una pianta ottenuta da seme dal frutto comperato al supermercato, non è possibile conoscere la varietà, né ricavare frutti.
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